mercoledì 4 febbraio 2015

UDIENZA DEL 04-02-2015



Si torna in aula per il processo Enel nella prima udienza del 2015. Si inizia con circa un’ora di ritardo, il P.M. De Nozza è assente e c’è il pienone degli avvocati di Enel e tanti altri dipendenti al seguito.

Si danno da fare per montare schermi e addirittura ben due plastici raffiguranti il carbonile con tanto di Dozer, il nastro trasportatore e le Torri di snodo, il tutto circondato da un bel quantitativo di alberi ed erbetta, tutto rigorosamente di un verde brillante miracolosamente indenne dal nero della polvere del carbonile a cielo aperto. 



Oggi a deporre solo i teste della difesa e ad iniziare è uno dei responsabili del carbonile. Partono le solite domande con le solite risposte: “no,  il carbone è sempre bagnato e quindi non vola niente, le torri vengono quotidianamente lavate con acqua a forte pressione e quindi non vola niente." Verrebbe da chiedersi dove defluisca quest’acqua contaminata dal carbone!
Il teste continua dicendo che i fog cannon sono stati installati nel 2008/2009 ma anche negli anni precedenti le montagne di carbone venivano in qualche modo bagnate (con le canne a mano?) e quindi non volava niente, e spesso i pannelli delle torri essendo in acciaio erano appetibili e quindi venivano rubati e dovevano essere sostituiti.

Insomma una serie di cose già ascoltate decine di volte in questi anni di processo, quasi ci si annoia ma ad un certo punto arriva un barlume di vivacità!
L’avvocato di parte civile Lillo chiede se l’Enel abbia o meno dispensato risarcimenti monetari ai contadini per raccolti andati distrutti e se avesse mai visto volare il polverino di quella “bestia particolare”, ripetendo quella  espressione curiosa usata in precedenza dallo stesso teste.

Il responsabile del carbonile risponde di aver saputo dei risarcimenti attraverso i giornali e per quanto riguarda la polvere di carbone afferma con certezza che durante il suo turno non è mai successo che ci fosse stata dispersione. L’avvocato Lillo a quel punto in maniera retorica si chiede come mai si stanno costruendo i famosi dome di copertura visto che nulla si disperde!?!



A testimoniare dopo il responsabile del carbonile è toccato al vicecomandante dei vigili del fuoco di Brindisi, Lorenzo Elia, il quale smentendo la tesi ripetuta più volte dalla difesa Enel che il polverino sia causato da incendi di sterpaglie, ha ribadito che nella zona di Cerano non c'è mai stato nessun picco di incendi. Sicuramente gli incendi nella stagione estiva sono una piaga per i vigili del fuoco ma senza ombra di dubbio Cerano non è una zona a rischio.

A seguire è stato ascoltato Giuseppe Marinò, Presidente di Confindustria, in qualità di Amministratore Delegato della Leucci costruzioni, vincitrice di un bando Europeo per il revamping dell’asse attrezzato. Intervento iniziato nel 2006 e terminato nel 2010 con un costo di 50 milioni di euro. A quanto dichiara Marinò questi interventi di tecnologia ultramoderna consentirebbero lo scivolamento della polvere che diviene quasi fluida azzerando praticamente le dispersioni. Inoltre con questo sistema le strutture hanno più lunga durata in quanto il carbone essendo corrosivo deteriorerebbe gli ingranaggi.

Al termine dei lavori è stata anche montata una centralina di monitoraggio.



Quindi riassumendo:

la centrale Federico II entra in funzione nel 1991

  17 anni dopo 
Enel inizia a montare i fog cannon per ridurre lo spolverio di carbone nell’aria

20 anni dopo 
decidono che sarebbe meglio fare la ristrutturazione dell’asse attrezzato 
(che nel frattempo ha inquinato i terreni adiacenti)
25 anni dopo
 e dopo milioni di tonnellate di carbone movimentate 
Enel inizia a costruire delle coperture tutt’ora in fase di realizzazione.

Questo è il modus operandi di Enel, un’azienda a nostro avviso criminale indipendentemente dall’esito di questo processo che sembra una barzelletta già dal suo capo d’accusa: “imbrattamento”. Speriamo che per avere giustizia non debbano passare altri 50 anni.

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