lunedì 2 dicembre 2013

IL CARBONE NELLA FILIERA ALIMENTARE.

carciofeti a Cerano
Si è svolta stamattina un' altra udienza del processo Enel con le deposizioni di alcuni contadini proprietari dei terreni "sporchi" e sequestrati nel 2007 a seguito dell'ordinanza del sindaco Mennitti. Inizia l' interrogatorio con il  primo agricoltore che descrive la difficile vita quotidiana della sua famiglia costretta a tenere le finestre chiuse anche d' estate per ripararsi dalle polveri di carbone che invadono la zona, a suo dire, fin dai primi giorni, quando la centrale è entrata in funzione. Inizialmente non avevano neppure fatto caso a quella polvere nera che sporcava i muri all' interno e all'esterno della loro casa ma poi col passare del tempo sono stati costretti a rinunciare all' utilizzo dei due pozzi di loro proprietà, a bere soltanto acqua imbottigliata e a fare la spola dalle fontane pubbliche per reperire l'acqua per gli altri usi domestici.
L'interrogatorio prosegue e l'agricoltore dichiara che lui e tutta la sua  famiglia soffrono di asma bronchiale e allergie. Gli avvocati Enel rivolgendosi al teste chiedono se in casa possedesse un camino per il riscaldamento domestico, e se le polveri di  cui parla non fossero invece prodotte da quello! Domanda poco pertinente in quanto il fenomeno delle polveri nell'aria è notevolmente più evidente nella stagione estiva.

Si susseguono le deposizioni degli altri agricoltori e il quadro che emerge diventa sempre più inquietante. 
Parla un imprenditore proprietario di grandi appezzamenti di terreno coltivati a carciofi, meloni gialli e ortaggi di stagione, alternandoli, perchè così si fa in agricoltura. Oggi le sue terre non valgono niente e le coltiva solo in inverno, perchè dice: -negli ortaggi invernali si nota meno la polvere-. Nel 2003 racconta di essersi recato in centrale e di aver parlato con un dirigente perchè il suo raccolto era invendibile. Racconta di aver ricevuto come risarcimento la somma di 4000 euro alla quale è seguita nel 2007 una seconda transazione di 45000 euro. Queste transazioni effettuate attraverso assegni circolari prevedevano la distruzione del raccolto e la non divulgazione dei documenti. 
Un altro agricoltore dichiara: -Quando ci siamo accorti di quello che stava accadendo alla nostra terra e alla nostra vita ci siamo uniti e abbiamo formato un Comitato per chiedere un risarcimento danni all'Enel, ma quando in seguito ho visto come stavano andando le cose con le proposte inaccettabili dell'Enel, ne sono uscito-.

Dalle deposizioni di questa prima trance degli agricoltori  viene fuori una verità sconcertante che  tutti noi, cittadini di questo territorio, da tempo temevamo e che oggi è stata confermata: sulle nostre tavole da anni ci sono prodotti inquinati, immessi sul mercato in maniera illecita, abbattendone i prezzi e utilizzando spesso intermediari.

La prossima udienza sarà il 18 dicembre con le deposizioni di altri 10 agricoltori.


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