“Tranquilla” e avvelenata: i rifiuti dell'Enel di Brindisi interrati a San Calogero
Tra il 2000 e il 2007 a San Calogero arrivavano in media 60 tonnellate di rifiuti al giorno. In teoria si trattava di rifiuti «non pericolosi», prodotti per lo più dalla centrale termoelettrica a carbone Enel di Brindisi. I camion, provenienti dalla Puglia, si recavano sul monte Poro in una località che, per uno scherzo del destino, è conosciuta come “Tranquilla” – un aggettivo che oggi suona parecchio beffardo –, che ha dato il nome anche alla fabbrica di laterizi finita al centro dell'operazione “Poison”.
Secondo la Procura di Vibo, in un'area di 150mila metri quadrati,
sarebbero state stoccate illegalmente circa 135mila tonnellate di
rifiuti che, in realtà, sarebbero stati molto pericolosi e che, sulla
carta, dovevano essere trattati e reimpiegati nel ciclo produttivo della
“Fornace Tranquilla”. Per gli inquirenti, invece, tutto questo
materiale – fanghi e ceneri derivanti dai processi industriali – sarebbe
stato smaltito illegalmente. Interrato. In mezzo agli agrumeti.