ore
11, inizia la terza udienza del processo Enel e stavolta siamo tutti
all'interno dell'aula benchè obbligati dalle forze dell'ordine ad
abbottonarci e tirare su le zip affinchè non siano visibili le maglie
nac indossate sotto le giacche!
Appena
iniziata e l'udienza è già sospesa per 30 min. causa il provvedimento
d'urgenza da parte di Vendola che non avendo potuto convocare la giunta
perché venisse adottata una decisione collegiale, ha firmato l'atto di
conferimento dell'incarico all'avvocato Marcello Falcone, il quale ha
richiesto la costituzione di parte civile per conto dell'ente
regionale.
Il collegio difensivo degli imputati ha rigettato subito la richiesta in quanto carente di legittimazione:
è da mesi che si parla di questo processo e la Regione avrebbe avuto
tutto il tempo necessario per una richiesta da sottoporre al vaglio
dell'intero esecutivo.
Il
secondo colpo di scena in aula sono state le dichiarazioni del giudice
che sovvertendo tutte le premesse che gli avvocati dell'Enel avevano
fatto all'avvio della seconda udienza del 7 gennaio, ha dichiarato: "la
grande quantità di polveri sversate e la vasta area territoriale
compromessa ed interessata non può non essere considerata come DANNO
AMBIENTALE".
Vengono
ammesse nel processo le richieste di Provincia e Comune di Brindisi
oltre che quelle del comune di Torchiarolo e San Pietro V.co. , non
viene accettata invece la richiesta del comune di Trepuzzi.
Tra le associazioni riconosciute parti civili ci sono Greenpeace,Legambiente, Medicina
Democratica e Salute Pubblica, mentre per i No al carbone nessun
appunto è stato mosso in ordine alla costituzione di parte civile, ad
esclusione della tardività della costituzione del comitato avvenuta nel
novembre 2012, che però è sufficiente ad escludere il movimento dal
processo.
Eravamo coscienti fin dall'inizio delle nostre difficolta avviando la
campagna "Siamo tutti parte offesa" insieme a due associazioni a
noi molto vicine quali Medicina Democratica e Salute Pubblica che oggi
sono nel processo, quindi per noi oggi non c'è nessuna delusione e non faremo nessun passo indietro.
I
nostri obiettivi restano gli stessi: l'accertamento dei reati
ambientali e il disastro colposo; il sequesto del carbonile, che
ricordiamo ancora oggi, in questo momento è fonte di reato e responsabilità di Enel.
Non solo dei dirigenti ma proprio dell'ENEL che subito i due avvocati Palmisano e Casamassima di Medicina Democratica e Salute Pubblica hanno
chiesto di citare in giudizio per i danni.
La partita è appena iniziata, si tornerà in aula il 29 aprile prossimo.
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