Processo ENEL: noi ci siamo.
Medicina
Democratica e Salute Pubblica, difese dagli avvocati Stefano Palmisano e
Andrea Casamassima, sono parti civili nel processo “Enel” pendente
innanzi al Tribunale di Brindisi per l’inquinamento causato dalle
polveri di carbone disperse dalla centrale termoelettrica di Cerano. Lo ha deciso lo stesso Tribunale di Brindisi all’udienza dibattimentale di oggi, 14 gennaio 2013.
E’ un provvedimento importante per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.
In generale, perché costituisce una conferma ulteriore di un
orientamento giurisprudenziale ormai radicato e civilmente qualificante:
quello che, in relazione a reati che comportano la lesione di
“interessi superindividuali”, ossia di beni comuni, riconosce diritti
sostanziali e processuali ai cittadini associati in difesa di quegli
stessi beni; più precisamente, garantisce la piena qualità di parte
processuale, di parte civile per l’appunto, alle associazioni in cui
quei cittadini si riuniscono, a patto che esse abbiano tutte le carte in
regola, sostanziali e formali, per come enucleate dalle stesse sentenze
dei giudici di merito e di legittimità.
In quanto tale, pertanto,
questo condivisibilissimo principio giurisprudenziale non può che
risultare gratificante, anzi ulteriormente stimolante, per tutti gli
uomini e le donne di questo paese seriamente impegnati nella lotta per
la difesa dei primi, vitali, beni comuni: proprio l’ambiente e la salute
pubblica.
Nello specifico, l’ordinanza del Tribunale di Brindisi
rappresenta un fondamentale riconoscimento per l’impegno, ormai di lunga
data, di Medicina Democratica e Salute Pubblica a tutela (quantomeno in
chiave di limitazione del danno) di questo sventurato territorio.
E
questa è un’ottima notizia non solo per i militanti di M.D. e di S.P.,
ma per tutti coloro che con queste due Associazioni condividono tensione
ideale e impegno politico.
In tal senso, quando mai fosse
necessario, vogliamo ribadire sin d’ora che la costituzione di M.D. e di
S.P. è, e così ci auguriamo venga percepita, patrimonio di tutto il
movimento ambientalista brindisino, nonché di tutti i cittadini e le
cittadine di questo territorio che con noi, in questo processo penale,
vogliano percorrere la strada impervia della ricerca della verità e
della giustizia sull’ininterrotto e devastante attentato che questa
città, ormai da decenni, sta subendo alla sua aria, alle sue acque, alla
sua terra ed alla sua popolazione.
Consapevoli che questa strada
costituisce solo una parte del più lungo, tortuoso e duro percorso che
questa terra non può più rinviare: quello di un riscatto civile basato
sull’etica della responsabilità individuale e sulla partecipazione
democratica alla vita pubblica.
Restano, comunque, i primi
strumenti della prevenzione primaria: a sua volta, l’unica in grado,
davvero, di tutelare l’ambiente e la salute delle persone.
Molto più di qualsiasi, pur importante, processo penale.
Brindisi, 14\1\2013
Per Medicina Democratica Per Salute Pubblica
Gino Stasi Stefano Palmisano